Psicologia

Psicologia

La psicologia è la scienza che studia gli stati mentali e i suoi processi emotivi, cognitivi, sociali e comportamentali nelle loro componenti consce e inconsce, mediante l'uso del metodo scientifico e/o appoggiandosi ad una prospettiva soggettiva intrapersonale; si occupa anche dello studio e del trattamento delle funzioni psichiche sia in condizioni di benessere che di sofferenza o disagio mentale, dovute a dinamiche soggettive, ambientali e/o relazionali.

Lo psicologo si occupa di problematiche psicologiche e relazionali, sia a livello personale che a livello di coppia, di famiglia o di gruppi di individui.
Fra le motivazioni che spingono più spesso a rivolgersi a uno psicologo clinico sono incluse:

  • Ansia
  • Depressione
  • Difficoltà a gestire le emozioni o lo stress
  • Disturbi della personalità
  • Disturbi dell'alimentazione
  • Importanti cambiamenti che si trasformano in fonti di stress
  • Necessità di sostegno a causa di problemi di salute propri o di familiari (tumori, malattia di Parkinson, malattia di Alzheimer)
  • Problemi di coppia
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    Ricorda: parlare con uno psicologo – psicoterapeuta non è un segno di debolezza. Ci vuole molta più forza mentale ad ammettere di non avere tutte le risposte, piuttosto che fingere di averle quando non le hai. Saper chiedere aiuto è una tra le strategie di coping più efficaci che puoi mettere in atto.

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    Lunedì - Venerdì 8:00 - 12:30 | 15:00 - 19:00
    Sabato8:00 - 12:30

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    FAQ

    Sono tanti i bambini che hanno un comportamento strano, indice del fatto che qualcosa non va. Eppure la maggior parte dei genitori, a meno che non si tratti di qualcosa di eclatante ed evidente, e confermato dal pediatra, esita prima di chiedere aiuto. "È solo un periodo”, spesso dicono a se stessi, "crescendo ne verrà fuori”.

    Quando i genitori si decidono, di solito la situazione è già diventata molto difficile, se non insostenibile, vuoi per loro vuoi per il figlio. Anche quando i genitori non sono direttamente toccati dal comportamento del figlio, il disagio, l’ansia o la preoccupazione li spingono al punto di prendere dei provvedimenti.

    A volte i genitori portano il figlio in terapia perché c’è stato un evento straordinario, per essere certi che il bambino esprima interamente tutte quelle emozioni pregnanti che sono legate all’evento stesso, quale può essere la morte o la malattia di una persona amata, maltrattamenti, molestie sessuali oppure un’esperienza che lo ha profondamente spaventato come un incidente stradale o un terremoto.

    Raramente è il bambino a chiedere di vedere qualcuno, mentre sono parecchi gli adolescenti che iniziano una terapia. La scuola è spesso la prima ad accorgersene, eppure non consiglia un aiuto terapeutico finché la situazione non diventa grave.

    I medici spesso diagnosticano i sintomi fisici come sintomi psicogeni e si sa che alcuni liquidano il piccolo paziente senza raccomandare seriamente né caldeggiare il ricorso ad un aiuto psicologico.

    Un grosso motivo per cui i genitori esitano a cercare aiuto è che pensano alla terapia come a un processo continuativo che comporta tempi lunghi, forse anni. Ovviamente ci sono casi che richiedono trattamenti a lungo termine. In genere, comunque, molti problemi si possono trattare nel giro di 3-6 mesi, con una seduta alla settimana